2011: l'intervento militare


Le operazioni militari della coalizione internazionale in Libia hanno cominciato il sabato 19 marzo 2011. 48 ore dopo la risoluzione 1973 dell'ONU la Francia ha dunque lanciato le operazioni sulla Libia, in concertazioni con i suoi partner.


La Comunità internazionale ha aspettato più di un mese prima di agire perché era in gran parte divisa sulla questione dell'intervento militare. La Francia ed il Regno Unito militavano attivamente per la predisposizione di una zona d'esclusione aerea, mentre la Russia, la Germania o anche la Cina  consideravano un'azione straniera in Libia come un'ingerenza negli affari interni del paese.


Ci sono stati due fasi nella presa di decisione:
- il 14 Marzo:  i ministri degli esteri dei paesi del G8 si sono riuniti a Parigi per discutere sulla situazione e sono stati d'accordo per chiedere al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di aumentare le pressioni su Gheddafi ma nessun intervento armato è stato evocato
- il 17 Marzo: all'ONU, la risoluzione riguarda la protezione delle popolazioni civili e non la caduta di Gheddafi (per evitare di dare una piega politica al testo)


In realtà, da una legitimità all'intervento militare poiché permette di neutralizzare sia delle posizione strategiche per il regime sia delle forze armate nel caso in cui l'esercito continuasse ad avanzare . Per di più, la zona d'esclusione aerea, a lungo discussa, è stata integrata alla risoluzione. Concretamente, tale dispositivo ritorna a proibire il sorvolamento aereo del paese. Gli aerei che vogliono lasciare il territorio libico dovrebbero chiedere l'autorizzazione prima del decollo. Senza autorizzazione, sarebbero allora considerati come aerei ostili e potrebbero essere abbattuti.


Per la Gran Bretagna e la Francia, raggiunte dagli Stati Uniti, era d'altra parte primordiale che l'intervento militare non sia percepito come un'azione dell'occidente in un paese arabo. Gli stati arabi sono stati dunque incoraggiati partecipare all'offensiva.



Alcuni paesi hanno deciso di partecipare direttamente all'instaurazione della zona d'esclusione aerea ed alle battiture in Libia. È il caso della Francia, della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, del Canada, del Belgio e della Norvegia. Per quanto riguarda i paesi arabi, il Qatar, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno fornito dei mezzi militari.
Da un altro lato alcuni paesi hanno scelto di non intervenire. La Cina ha così espresso “serie riserve„ sulla risoluzione dell'ONU e ha spiegato al suo veto solo a causa della domanda d'intervento formulato dalla lega araba. “Ci opponiamo al ricorso alla forza nelle relazioni internazionali [...]la crisi in Libia deve essere risolta dal negoziato e con altri mezzi pacifici„. La Germania ha anche annunciato il suo scetticismo sull'argomento, che evoca “rischi e pericoli considerevoli„. La Russia, infine, ha annunciato che la sua partecipazione “era esclusa„. L'ambasciatore russo all'ONU, ha giudicato “spiacevole„ che “la passione per l'impiego della forza sia prevalsa„.




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